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lunedì 16 ottobre 2017

Recensione: "Ambrose" di Fabio Carta



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Ambrose 
di Fabio Carta
pagine 212 circa
prezzo 15€
Editore Scatole Parlanti
voto:
★★★
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Controllore Ausiliario – CA – è uno dei pionieri ad aver sposato la causa della missione Nexus, la frontiera virtuale dove scrivere un nuovo e pacifico capitolo della storia umana. Ma durante la preparazione terapeutica, il suo corpo rimane vittima di danni irreparabili. 
Logorato dalle metastasi, è costretto a vivere in una speciale tuta eterodiretta da pazzi esaltati, che combattono una guerra in bilico tra realtà e spettacolo. Il suo destino è la morte, mentre un suo gemello elettronico continuerà a simulare la sua esistenza nel cyberspazio. 
L’infelicità di CA – figlio delle stelle, alieno agli usi terrestri – subisce uno stravolgimento con la comparsa di Ambrose. Un’entità che si presenta come una rosa stillante ambra, una irriverente voce che lo guida verso sviluppi imprevedibili. Come ribellarsi al proprio destino e scoprire cosa si cela realmente dietro i grandi cambiamenti ai quali l’umanità dovrà far fronte.

Considerazioni.
Questa storia, ambientata sulla Terra, ha come protagonista CA (nome che nel romanzo ci mettiamo un po' a capire...), il quale è uno spazionoide, ovvero un colone il quale è arrivato sulla Terra proprio per combatte una guerra, si trova a combattere con una sorta di robot al posto della tuta - che prender il nome di  esotuta - dalla dimensioni gigantesche, ma dall'aspetto umanoide.

La Terra è molto diversa da quella abitata oggi da noi tutti, in quanto nel mondo di CA essa di presenta come devastata dalla Terza Guerra Mondiale, dove predomina la violenza e la lotta alla supremazia, con un predominio della Jihad Islamica, la quale ha avuto il sopravvento riuscendo a conquistare tutta l'Asia.
Sebbene siano i "cattivi" a imporre la propria volontà, con decisione e pugno di ferro, ci sono forze come il Patto Atlantico (dalla quale milita proprio CA) che covano ancora speranza di pace e lavorano per cercare di portare di nuova una stabilità positiva nel mondo...

Vi ho presentato CA (ovvero Controllore Ausiliario 209, ma detto anche Fleshy) come un combattente, ma è prima di tutto un uomo e poi un soldato. Un soldato particolare però, perché ha una tuta speciale (esotuta, appunto), comandata a distanza da una postazione decisamente lontana (V.I.P.s), nello spazio, con la possibilità di vedere il suo pensiero e le sue azioni non del tutto collegate, in quanto la sua tuta lo rende un burattino nelle mani di qualcuno sito una posizione non ben identificata dell'orbita terrestre che si prende il merito delle vittorie e gli lascia i dolori fisici. Non solo la sua tuta, però, fa di CA un personaggio decisamente molto particolare, in quanto anche la sua stessa mente è piuttosto complicata e lo rende un essere peculiare e complesso. 
CA, infatti, convinto di essere in procinto di morire per il cancro e le relative metastasi, ha delle allucinazioni che diventano sempre più vivide, intense e reali man mano che i nove racconti - che si susseguono nel romanzo fino a comporre la storia che leggiamo - approfondiscono il suo protagonista e raccontano quello che accade. Ma non solo, non capito esattamente se a causa di allucinazioni o per via della sua mente provata, CA ha una specie di frammentazione dell'Io tale per cui parla con se stesso credendolo un altro/i e manifestandosi volta per volta sempre in modo differente (rappresentazioni virtuali, avatar, programmi, ecc...). 

E poi c'è Ambrose. Un personaggio dalla personalità decisamente virtuale e schizoide, che risulta essere l'iterazione più importante per CA, il quale viene spronato da esso, in una fase decisiva, di abbandono totale, causato dalla paura di non farcela e desideroso di riconciliarsi con il suo passato e le persone importanti che ne hanno fatto parte...
Come però interagiscono Ambrose e CA è qualcosa che lascio scoprire a voi nel romanzo, per lasciarvi qualcosa da assaporare!

Per quanto concerne i miei pensieri sul romanzo questi si possono riassumere in tre parole: contrasto, stile e complessità.
Ho infatti trovato elementi decisamente contrastanti in questa lettura, che ho in qualche parte apprezzato, e in qualche altra meno. Innanzitutto mi è molto piaciuto lo stile dell'autore, che mi era molto piaciuto anche in passato e anche in questo caso non ho potuto fare a meno di apprezzare nuovamente. Oltre a ciò ho anche avuto molto materiale sul quale riflettere: il nostro mondo attuale, la politica, il mondo virtuale, digitale, la guerra, la follia, la malattia, il dolore, il rimpianto, il confronto, i contrasti, l'amicizia e il passato.
D'altro canto, però, ho fatto molta fatica a immergermi nei vari racconti, pur sapendo che avevano tanto da dirmi, pur sapendo che ognuno di esser costituivano una metafora ben definita e appassionata di un tema caro all'autore, pur sapendo che ognuno di essi mi avrebbe portato più vicino a CA e al suo essere. Non so dirvi perché, ma pur essendo un romanzo con tanto da dire, pur contenendo molti riferimenti importanti (uno tra tutto il mondo greco), pur essendo curatissimo e amatissimo dal suo autore, non mi ha appassionato come invece pensavo sarebbe successo. Forse è solo una questione soggettiva ...


Fabio Carta
E' appassionato di fantascienza e dei classici della letteratura. Laureato in Scienze Politiche con indirizzo storico, ha al suo attivo la saga fantascientifica Arma Infero, una serie che a oggi conta due romanzi (Il mastro di forgia, 2015 e I cieli di Muareb, 2016) e il racconto lungo Megalomachia (Delos Books, 2016), scritto unitamente alla finalista del premio “Urania 2016”, Emanuela Valentini. Ha inoltre partecipato con importanti firme della fantascienza italiana all’iniziativa benefica “Penny Steampunk” (2016), da cui è nato un volume di racconti fantastico-weird a cura di Roberto Cera

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