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venerdì 10 marzo 2017

Recensione: "Bello e Maledetto" di Daniele Sbaraglia



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Bello 
Maledetto
di Daniele Sbaraglia
pagine 200 circa
prezzo 15€
eBook 1,49€
Lettere Animate
già disponibile
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E’ la storia della vita di Shon, un ragazzo presto chiamato a diventare uomo, con un’adolescenza difficile, segnata dalla separazione dei genitori e da un rapporto conflittuale con la madre. Incapace di imbrigliarsi in rapporti duraturi, dopo qualche avventura intensa, vissuta a Roma, sua città natale, l’incontro con Simona sembra fargli conoscere finalmente l’amore. 
Questo lo porterà a laurearsi in medicina, a specializzarsi in neurologia e neurochirurgia e a diventare padre. Controversa è la figura del dottor Spicchi, nuovo compagno della madre, che lo aiuterà nel suo percorso di specializzazione e successivamente nella sua carriera di neurochirurgo. 
E’ proprio in sala operatoria che Shon conosce e comincia a frequentare Alice, una donna in gamba indipendente e votata alla carriera. Inevitabilmente, ciò comporterà la crisi con Simona e un nuovo capitolo con il rapporto più “aperto” con Alice.

Considerazioni.
Per questo fine settimana vorrei presentarvi, come anche ieri, una lettura tutta italiana. Questa volta il romanzo, è un romanzo introspettivo, un libro con cui si assiste alla crescita, ed alla maturazione, di Shon, un ragazzo che sta diventando uomo.

Quando conosciamo Shon, infatti, comprendiamo subito la necessità di una svolta per la sua vita, che lo vede sopportare la separazione dei genitori, la quale lo ha evidentemente destabilizzato e un rapporto con la madre decisamente conflittuale. Questa sua poca serenità familiare fa si che Shon rifletta la sua instabilità emotiva anche su rapporti che costruisce con le persone con cui viene in contatto, ed ecco quindi che non riesce a costruire rapporti solidi, che abbiano una certa durata nel tempo. 

Man mano che il libro prende avvio conosciamo Shon, le sue peculiarità, le sua aspettative, la sua rabbia, la sua voglia di estraniarsi dalle cose che la vita gli sta proponendo e che non riesce a cambiare, o almeno crede. Ma ad un certo punto qualcosa cambia e nella vita di questo apparentemente poco fortunato protagonista e nella sua vita entra Simona, la quale è destinata a far capire a Shon cose molto importanti.

Grazie a Simona, Shon, scopre che nella vita non bisogna solo pensare a demolire quanto la vita ti propone, anche in modo piuttosto brutale, a volte, e che la rabbia e la voglia di distruggere tutto non sono sentimenti che ti portano a governare il tuo destino, in modo da realizzare i tuoi desideri più reconditi. Anzi, cercare di intraprendere la propria strada, a dispetto di tutto, accettando di amare e di essere amati, cercando di realizzare i propri sogni, senza darli per spacciati per principio (e dispetto) può essere risolutivo e può cambiarti letteralmente l'esistenza.

Parlando di questo romanzo, l'altro giorno con una mia amica, dicevamo quanto fosse importante lottare per quello che veramente vorremmo vedere realizzare, per cambiare realmente le cose e non sentire solamente parole che cercano di farlo ed è questo che capita a Shon: cambiare per essere felice.

"Bello e Maledetto" non è solo un romanzo che parla di una crescita ed una maturazione sentimentale, ma sebbene tutto parta dall'amore per un'altra persona, che cresce e diventa importante, è anche motivo di profondo cambiamento personale, che si riflette (per Shon) in tutti gli aspetti della vita, che ne rimangono inevitabilmente coinvolti da questa epifania.

Quello che racconta Sbaraglia non è un'esistenza perfetta, che procede senza intoppi o difficoltà, anzi è una vita imperfetta che cerca di andare avanti ostacolo dopo ostacolo, caduta dopo caduta, cercando di diventare più forti, di imparare a rialzarsi meglio e più in fretta. E Shon sbaglia, tanto, pesantemente, sovente, ma si rialza sempre: dopo Simona ci riprova con Alice, e così via.

Questo fino ad un certo punto del romanzo ... poi il libro cambia registro e il personaggio si ripiega su se stesso e torna indietro ... tutto quello che credevo di aver capito ecco che svanisce e ci porta indietro al "primo" Shon, quello che lascia andare tutto, che si arrende alle situazioni, alle persone, ecc...

Se da un lato ho molto apprezzato la prima parte del romanzo, ovvero la ricerca della propria persona, la scoperta di sentimenti come l'amore e l'amicizia, dall'altro ho poco apprezzato il carattere di Shon, con cui non mi sono mai sentita propriamente a mio agio, in sintonia, se non per gli aspetti che ho spiegato appena sopra e che lo porta a retrocedere agli albori, sino alla fine, che onestamente non ho accettato fino in fondo. Certo lo stile è fluido e permetto alla trama di scivolare via sino alla fine senza problemi, ma Shon e io non ci siamo decisamente trovati, per quanto io ci abbia provato mi sono travata disprezzarlo in più momenti, trovandolo contraddittorio e, in ultimo, con poco nerbo.

Ovviamente questo è un parere assolutamente personale e soggettivo, ma per quanto io possa non concordare totalmente sul personaggio, posso dirvi che "Bello e Maledetto" è un romanzo interessante sia per le tematiche che Sbaraglia solleva, che fanno su molte tematiche importanti, sia per la capacità di condurre per sentieri poco battuti a livello di trama proposto, la quale risulta davvero imprevedibile.

Consiglio questo romanzo a chi vuole approcciarsi a nuovi autori, con trame diverse dal solito e la voglia di porsi domande esistenziali che aiutino a comprendere e comprendersi meglio.



Daniele Sbaraglia
Daniela Sbaraglia, nato a Roma nel 1972, artista dal 1992, ad un certo punto della sua carriera artistica ha pensato di scrivere le sue emozioni olte a dipingere da qui 'idea di raccontare storie.

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